| ORE 10.03
Non ci sono parole per commentare quanto accaduto ieri al termine dell’atteso derby di Capitanata Manfredonia-Foggia. Tre giornalisti sono stati aggrediti ed uno, addirittura, è finito in ospedale.
Un momento di festa, titolano alcuni giornali, si è trasformato in tragedia.
Io, sinceramente, questa festa non l’ho vista né prima, né durante e, dato quanto accaduto, neanche dopo l’incontro.
Come si può, infatti, parlare di clima gioioso quando ci si trova in una ‘città sotto assedio’? Decine le auto ed i furgoncini di carabinieri e polizia disseminati in ogni angolo di Manfredonia sin dalla mattina. Più che una partita di calcio, pareva che Manfredonia si stesse preparando ad un conflitto. Questa annotazione, ovviamente, senza nulla togliere al lavoro svolto dalle forze dell’ordine che erano lì per garantire la sicurezza in città, ma solo per evidenziare, se mai ce ne fosse ancora bisogno, come purtroppo il calcio di oggi anziché generare un’atmosfera festosa possa incutere soprattutto paura.
E purtroppo, ahimé, paura è stata.
Al termine della partita Manfredonia-Foggia il giornalista Antonio Di Donna, che segue le partite del Foggia per l’emittente televisiva Teleradioerre, è stato violentemente picchiato da un manipolo di tifosi presumibilmente del Manfredonia. “Erano trascorsi scarsi 10 muniti dal fischio finale. Avevo appena lasciato la tribuna stampa - racconta Di Donna ai colleghi di Teleradioerre - e mi stavo recando in sala stampa quando, passando per le scale che collegano i due spazi del Miramare alcune persone che avevano assistito alla partita e stavano uscendo dallo stadio hanno cominciato a offendermi verbalmente. Non ho risposto alle provocazioni, e tuttavia ho preso uno schiaffo. Ho cercato di allontanarmi per raggiungere gli spogliatoi per le interviste del dopo-partita ma sono stato bloccato. Qualcuno - racconta - mi ha tirato per il cappuccio del giubbotto che indossavo e malgrado cercassi di divincolarmi sono caduto a terra. Non finisce qui, perchè a quel punto qualcuno mi ha sferrato un calcio in fronte”. “Per fortuna, mentre si allontanavano, sono riuscito ad alzarmi - prosegue il giornalista - ed è stato uno degli spettatori che usciva dallo stadio in quel momento che mi ha prestato i primi soccorsi”. Di Donna è stato quindi condotto all’ospedale San Camillo di Manfredonia dove gli è stato riscontrato un trauma cranico. Nel nosocomio sipontino è stato immediatamente raggiunto dal sindaco di Manfredonia Paolo Campo e dal presidente del Manfredonia Calcio Angelo Riccardi.
Un brutto quarto d’ora è toccato anche al giornalista Rai Sergio De Nicola, aggredito verbalmente dopo la cronaca televisiva disposta dalla Questura nella provincia di Foggia per motivi di ordine pubblico. Momenti difficili, infine, per Euclide Della Vista, direttore di Teleradioerre, che sarebbe stato spintonato da alcuni tifosi.
Di sicuro che accadesse qualcosa era nell'aria. Altro che clima di festa! Non c’era l'atmosfera trepidante che ci si aspettava. Neanche all’interno dello stadio si è riusciti a cogliere la festosità che avrebbe dovuto essere il leit motiv di una partita tanto attesa. Il Miramare si è distinto ancora una volta per la ‘tribuna-musona’, tacita e nervosa durante l’incontro con focolai di rissa disseminati ovunque, pronta ad esplodere in incontenibili urla di gioia solo quando il Manfredonia segna, mentre tutto il resto… è noia.
Come Manfredonia.net la mia solidarietà ai tre giornalisti rei semplicemente di aver svolto il proprio lavoro.
Come giornalista esprimo il mio più grande disappunto per quanto accaduto e mi auguro che la Lega Professionisti di serie C ed i responsabili dell'Ordine pubblico prendano misure per evitare che in futuro gli operatori dell'informazione possano essere ancora lasciati alla mercè di simili teppisti.
Come manfredoniana, non posso che vergognarmi di questo episodio accaduto nella mia città e chiedermi: ma dov’è finita la Manfredonia ospitale e “amante dei forestieri?”.
Come italiana non posso che associarmi a quanti dichiarano che ormai il calcio inteso come momento di gioia per i tifosi e per le famiglie non esiste più.
Su quanto accaduto al Miramare sono state avviate indagini dal dirigente del commissariato di Manfredonia, Antonio Lauriola. La Polizia di Stato visionerà i filmati delle telecamere a circuito interno per individuare e identificare gli aggressori.
Ancora una volta Manfredonia si è guadagnata per misfatti le prime pagine dei giornali.
Derby Manfredonia-Foggia. Ma dov’era la festa?
ORE 16.00 stessa giornalista
Sono stati individuati dagli agenti del commissariato di Manfredonia gli aggressori del giornalista foggiano di Teleradioerre, Antonio Di Donna, che domenica è finito in ospedale dopo il derby di Capitanata.
L'interrogatorio ai due, unito alle dichiarazioni del giornalista aggredito, ha determinato però uno scenario ben diverso da quello dipinto in un primo momento e poi cavalcato dai giornalisti della stampa nazionale. Secondo quanto dichiarato dal dirigente Antonio Lauriola, non si sarebbe trattata di una vera e propria aggressione, ma solo di un'accesa discussione finita in malo modo.
A quanto pare, infatti, il giornalista Di Donna avrebbe risposto ad alcune provocazioni pervenute dalla tifoseria sipontina alimentando quindi una polemica che sarebbe poi sfociata in uno 'schiaffo' subito dallo stesso giornalista.
Di Donna avrebbe poi perso l'equilibrio finendo a terra e sarebbe stato subito soccorso da altri tifosi. E i calci e i pugni di cui si è parlato in lungo e largo in queste ore? Secondo quanto raccontato dallo stesso Di Donna al dirigente Lauriola, una volta a terra sarebbe stato 'toccato' al capo dagli stessi soccorritori. Il giornalista è stato quindi trasportato in ospedale per accertamenti e l'accaduto ha creato apprensione tra i propri colleghi, ma anche nella dirigenza del Manfredonia Calcio e tra i tifosi.
Una storia che ha colpito l'opinione pubblica e che pare sia stata cavalcata dalla stampa anche sull'onda dell'emotività degli ultimi accadimenti in fatto di calcio e sicurezza. Una brutta storia che va enormemente ridimensionata e che insegna ancora una volta come possa essere distorta la verità quando finisce sotto i riflettori.
Probabilmente non saranno applicate al caso neanche le disposizioni sulla sicurezza negli stadi, in quanto l'episodio si è verificato almeno venti minuti dopo il termine dell'incontro.
Come andrà a finire, dunque? Forse, e sottolineiamo il forse, per i due 'aggressori' potrebbe scattare la denuncia, ma solo nel caso sia lo stesso giornalista, sentendosi parte lesa, a sporgerla.
mah! io questa vita qui... non la capisco già da un pò... gia da un pò... gia da un pò
|